03 Ago Numero Verde Antitratta, il Governo chiude le Postazioni locali
Chiudono il primo agosto le postazioni locali del numero verde antitratta 800 290 290. La decisione del Governo è stata resa nota con pochissimi giorni di anticipo rispetto alla scadenza delle convenzioni e a nulla sono valse, fin ora, le proteste degli enti pubblici e del privato sociale impegnati nell’assistenza alle vittime della tratta di esseri umani.
Per le regioni Marche Abruzzo e Molise la postazione è gestita dall’associazione On the Road nell’ambito di un progetto a titolarità della provincia di Ascoli Piceno e da anni rappresenta un punto di riferimento operativo importantissimo: “La gravità di questo atto – spiega Marco Bufo, responsabile interventi nazionali e transnazionali su tratta e prostituzione dell’associazione On the Road – è data dal fatto che le postazioni locali non si limitano a una mera funzione di ascolto e di informazione ma costituiscono un elemento essenziale delle reti formate nei diversi territori dalle forze dell’ordine, dal terzo settore e dai servizi sociali per integrare il lavoro di contrasto ai soggetti e alle organizzazioni criminali con quello in sostegno alle tante persone che ne sono vittima e che vengono gravemente sfruttate nella prostituzione, sul lavoro, nell’accattonaggio. Le postazioni locali sono in grado di attivare una risposta immediata, 24 ore su 24, alle richieste di aiuto che vengono dalle vittime, ma anche dalle forze di polizia e dai servizi sociali, proprio perché sono punto nevralgico di un sistema territoriale di contrasto e di assistenza”.
La contrarietà di On the Road alla decisione presa dal Governo è condivisa dagli enti pubblici e non profit che gestiscono il Numero Verde: Comune di Venezia, Associazione On the Road, Regione Emilia-Romagna, Comune di Ravenna, Associazione Gruppo Abele, Associazione Lule, Provincia di Genova, Comune di Firenze, Cooperativa Cat, Comune di Perugia, Cooperativa Borgo-Rete, Giraffa onlus, Cooperativa Parsec, Cooperativa Magliana ’80, Comune di Napoli, Cooperativa Dedalus, Arcidiocesi di Reggio Calabria, Comitato Provinciale di Palermo della Croce Rossa italiana, Acli Cagliari.
Tale contrarietà è espressa anche da altri enti che operano nel sistema di tutela e assistenza alle vittime di tratta: Coordinamento Nazionale Comunità di Accoglienza (Cnca), Provincia di Pescara, Provincia di Pisa, Provincia di Arezzo, Associazione Tampep onlus, Associazione Trame (Toscana), Associazione Progetto Arcobaleno, Associazione Free Woman, Associazione Penelope, Associazione Pronto Donna, Associazione Dim, Associazione Micaela onlus, Arci Solidarietà Perugia, Ceis di Lucca, Centro Caritas dell’Arcidiocesi di Udine onlus, Comitato per i Diritti Civili delle Prostitute onlus, Comunità Oasi2 San Francesco, Cooperativa Lotta contro l’Emarginazione, Cooperativa La Grande Casa, Cooperativa Be Free, Cooperativa Sociale Ester Prato, Cooperativa Il Cerchio, Cooperativa Il Progetto, Fondazione Migrantes, Movimento di Identità Transessuale (Mit), Save the Children Italia, Terre des Hommes Italia onlus
E gli stessi enti denunciano una più generale volontà di smantellamento di un sistema di intervento che è considerato un modello di eccellenza in tutto il mondo, un sistema che a livello nazionale ha assicurato assistenza e integrazione sociale a oltre 14mila persone e prodotto un congruo numero di denunce, arresti e condanne di criminali e sfruttatori. Dal 2000 ad oggi nelle regioni Marche Abruzzo e Molise sono quasi 700 i programmi di protezione sociale attivati dall’associazione On the Road per aiutare persone vittime di grave sfruttamento sessuale e lavorativo .
Chiedono dunque al Governo di:
– reperire, almeno, i 600mila euro necessari per assicurare il funzionamento delle postazioni locali del Numero Verde Antitratta per tutto l’anno 2010;
– convocare il tavolo tecnico sulla tratta composto da istituzioni centrali e locali e dal terzo settore – istituito formalmente, ma mai realmente attivato – per ridefinire insieme l’assetto complessivo del sistema di aiuto alle vittime.
La decisione di chiudere le postazioni locali del Numero Verde Antitratta, infatti, segue altri due atti altrettanto gravi.
Il primo è quello dell’azzeramento dei fondi destinati all’attività di primo contatto, in strada e indoor, per far emergere i fenomeni della tratta e del grave sfruttamento e alla pronta assistenza di tre mesi per le vittime che decidono di uscire dalla loro condizione di assoggettamento (secondo quanto previsto dall’art. 13 della legge 226/2003, “Misure contro la tratta di persone”). Il Dipartimento per le Pari Opportunità ha assicurato che i soldi – 2,5 milioni di euro – verranno, alla fine, trovati. Ma, al momento, siamo ancora in attesa di conferma ufficiale.
La seconda decisione è la riduzione di 800mila euro dei fondi destinati, invece, ai progetti di inserimento sociale a favore delle vittime finanziati con l’art. 18 del T.U. sull’immigrazione. Se si considera che l’ammontare totale dei fondi stanziati è stato, negli ultimi anni, pari a circa 4,5 milioni di euro, siamo in presenza di un taglio di quasi il 18%.