24 Gen Don Armando Zappolini è il nuovo presidente del CNCA
Don Armando Zappolini è il nuovo presidente del Coordinamento Nazionale Comunità di Accoglienza (CNCA). È stato eletto sabato scorso – nell’assemblea che si è tenuta a Roma il 21 e 22 gennaio – insieme al consiglio nazionale della Federazione, anch’esso in larga parte rinnovato.
Zappolini prende il posto di Lucio Babolin, che ha guidato il CNCA per due mandati (8 anni). Mauro Giacosa è stato confermato tesoriere della Federazione.
Il nuovo consiglio è composto, oltre che da don Armando, da Lucio Babolin, Carla Bartolucci, Salvo Cacciola, Pasquale Calemme, Vincenzo Castelli, Tiziana Ciliberto, Massimo Costantini, Carlo De Angelis, Riccardo De Facci, Claudio Figini, Attilia Franchi, Marina Galati, Mauro Giacosa, Francesco Giunta, Maurizio Guadalupi, Matteo Iori, Liviana Marelli, Fabrizio Mariani, Anna Martini, Anna Melis, Gigi Nardetto, Alessia Pesci, Caterina Pozzi, Maria Stagnitta, Marco Vincenzi.
Zappolini ricopriva già l’incarico di vicepresidente del CNCA e responsabile del settore internazionale. È stato anche presidente del CNCA Toscana e, per breve tempo, del CNCA Abruzzo.
Nato a Pontedera (Pi) 53 anni fa, don Armando è parroco di Perignano, Quattro Strade, Lavaiano e Gello, tutti paesi del pisano. Entrato in seminario a 14 anni e ordinato sacerdote a 24, è cresciuto in una chiesa animata dalle figure dei cardinali Giovanni Benelli e Silvano Piovanelli. Nel 1990 fonda la comunità terapeutica per persone tossicodipendenti di Usigliano e nel 1993 entra nel CNCA proprio con questa organizzazione. Sempre nel 1990 conosce Madre Teresa di Calcutta (che ha, poi, fatto visita alla parrocchia di Perignano) e, l’anno successivo, fonda l’associazione Bhalobasa, proprio per organizzare azioni di aiuto in favore delle comunità del Sud del mondo. L’associazione ha promosso, infatti, numerosi progetti in India, Uganda, Burkina Faso, Ecuador, Brasile, Repubblica Democratica del Congo e Tanzania e favorito fortemente il sostegno a distanza. Un impegno che Zappolini ha continuato anche nel CNCA, curando la nascita del Gruppo tematico Internazionale della Federazione, che raccoglie esponenti dei diversi gruppi del CNCA che gestiscono progetti nel campo della cooperazione. Don Armando è attivo anche all’interno di Libera, contro la diffusione delle mafie e per la promozione di una cultura della legalità.
“Il mio impegno come presidente del CNCA si concentrerà su tre obiettivi fondamentali”, afferma don Armando. “Il primo è il rafforzamento della Federazione come soggetto politico e culturale. È la ragione stessa per cui siamo nati: essere un punto di riferimento dei nostri associati nel pensare nuovi modelli di società e di sviluppo, nell’interlocuzione con gli attori politici e istituzionali, i sindacati, le altre forze della società civile e nel rielaborare la cultura e i modelli di intervento dei servizi sociali e sociosanitari. In secondo luogo, dobbiamo continuare a ‘dare voce a chi non ha voce’, a ricordare al paese che ci sono persone e gruppi i cui diritti e bisogni non sono riconosciuti. Non si tratta solo degli ‘ultimi’, ma di fasce sempre più ampie di popolazione che sperimentano un progressivo impoverimento, una lontananza delle istituzioni dalle loro esigenze e dalle nuove domande sociali. Infine, dobbiamo suscitare nei cittadini un vero e proprio sdegno per le ingiustizie e le iniquità, risvegliare le persone intorpidite dalla cultura negativa e distruttiva del malaffare, dell’egoismo, dell’opportunismo. Ognuno di noi può fare molto per produrre una ‘controcultura’ che getti le basi per un mondo migliore e più giusto. Se non si crea una reazione, una speranza, non ci sarà cambiamento”.